Basta pedalare per essere in pace con l'ambiente. Tra le tante proposte di veicoli alternativi, quello messo in campo dal Gruppo Schaeffler è tra i più originali. Non tanto per le soluzioni tecnologiche che lo distinguono, di cui abbiamo parlato numerosissime volte in questi anni, quanto per il formato in cui si propone. Non è una vera e propria bicicletta; quattro sono le ruote e i posti due (nella conformazione a fila indiana). Ma non è nemmeno una vettura, potendo circolare tranquillamente e “potenzialmente” sulle piste ciclabili. La Bio Hybrid di Casa Schaeffler ricorda nelle forme la Renault Twizy, ma target ed ingegneria sono decisamente differenti. Lunga poco più di 2 metri, è alta 1,5 metri e larga 85 cm. L'intento non è quello di rivoluzionare il mondo della mobilità, ma più semplicemente quello di offrire una soluzione che possa sposare specifiche esigenze di chi deve muoversi per davvero e vuole al tempo stesso mantenere la coscienza pulita in relazione all'impatto ambientale. Quindi l'idea di base si fonda su quanto già promosso dalle biciclette a pedalata assistita. È il “taglio” che rende unica la Bio Hybrid. La stabilità è garantita dalle quattro ruote, mentre la fruibilità nel quotidiano è assicurata da un grande parabrezza che è anche parte della copertura superiore. Una scelta che ne garantisce l'utilizzo pressoché tutto l'anno. Il parabrezza può essere asportato, in modo tale da poter viaggiare open air. Ovviamente, essendo l'uomo il secondo elemento del complesso ibrido, la leggerezza della Bio Hybrid è uno degli elementi cardine del veicolo realizzato dalla Schaeffler. Il peso complessivo si aggira intorno agli 80 kg. La velocità massima è di 25 km/h e l'autonomia è compresa tra i 50 e i 100 km/h. Un piccola zona destinata allo “stivaggio” di oggetti è collocata nella zona posteriore del mezzo, mentre per ciò che concerne la meccanica si deve fare riferimento alla parta inferiore del pianale. Il manubrio è dotato di uno spazio in cui è possibile posizionare lo smartphone. La Bio Hybrid è dotata pure di retromarcia. In relazione a quanto detto relativamente alla velocità massima, il potenziale del veicolo in oggetto è ovviamente più alto e i 40 km/h non sono un'utopia. Si tratta solo di capire dove e quando, ossia tratti di pista ciclabile “veloce” in cui sarà consentita una velocità così alta. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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