La portata dello scandalo Volkswagen per le emissioni è enorme e va ben al di là dei 482mila esemplari con motore due litri turbodiesel coinvolti ufficialmente dall'Epa, l'agenzia per l'ambiente americana partita dall’indagine dell’ente privato no profit americano Icct che ha rilevato l'esistenza del software illegale, l'ormai noto defeat device, della centralina di gestione del propulsore idoneo a ridurre ad arte le emissioni durante i testi di verifica per l'omologazione. L'unità 2.0 Tdi, indicata anche dalla sigla EA 189, infatti è montata non solo sui modelli, tutti a motore trasversale, venduti negli Usa, soprattutto nella variante da 150 cavalli e oggetto dell'indagine che ha portato allo scandalo, ma gira anche sotto il cofano di decine di altri modelli e varianti. E non solo a marchio Vw (o Audi come inizialmente indicato dall'Epa) bensì di altri brand (anche prestigiosi) della galassia di Wolfsburg, tant'è che si parla di 11milioni di vetture coinvolte.
Il documento dell'Epa che inchioda il gigante tedesco con le spalle al muro, mette all'indice, come è noto, i modelli diesel 2.0 Tdi (prodotti dal 2009 a oggi) Volkswagen Golf, Jetta (tre volumi e wagon derivata della Golf di grande successo negli Usa), ma anche il Beetle, cioè il Maggiolino moderno a trazione anteriore di prima e seconda generazione, sian con carrozzeria chiusa sia cabriolet. Tra le auto bollate dall'Epa c'è anche la Passat, quella americana però che dal 2011 nasce a Chattanooga nel Tennessee, e anche la Audi A3, sia della seconda sia della terza serie, cioè quella che ha portato al debutto la piattaforma modulare Mqb (architettura per motori trasversali) che costituisce la spina dorsale della produzione del gruppo tedesco.
Il diesel Vw 2.0 Tdi è un “common rail”, utilizza cioè la tecnologia rivoluzionaria ideata da Fiat e poi sviluppata da Bosch (che fornisce i sistemi di iniezione e le centraline) che ha trasformato, da oltre 20 anni, il carattere dei motori a gasolio che sono diventati performanti e puliti (e questo è evidente nei numeri al di là dello scandalo di questi giorni). È un motore strategico e baricentrico per il gruppo Volkswagen. È uno dei turbodiesel più noti e apprezzati al mondo, ed è presente - come detto sopra - in varie versioni, differenti per potenza e coppia erogata, in moltissimi modelli (e varianti) del gruppo Volkswagen. Dunque il softwarecon il trucchetto potrebbe teoricamente essere presente anche nelle “nostre” Volkswagen Golf e Passat, nelle Škoda Superb e nelle Octavia, nelle Seat Leon come nei monovolume Vw Touran e Sharan o Seat Alhambra, così come nei suv Audi Q3, Q5 e Vw Tiguan. Ma anche nelle Audi A4, A5, A6 e TT. E questo solo per citare i modelli più noti.
Secondo la casa tedesca i modelli Euro 6 venduti in Europa sono totalmente in linea con le normative vigenti, tuttavia come accennato nel mirino dell'Epa sta entrando un altro propulsore importante per il gruppo: il V6 3.0 Tdi che gira sotto il cofano di grossi sport utility come Volkswagen Touareg, Audi Q7 e Porsche Cayenne e spinge vetture premium come Audi A6, A7 e Audi A8. E non è tutto: il ministro dei trasporti tedesco vuole vederci chiaro anche su un altro motore best seller del gruppo: il 1.6 Tdi, turbodisel common rail super diffuso su tutti i modelli del gruppo da quelli piccoli ai medi fino a quelli grandi
Un punto deve essere chiaro le vetture sotto indagine non sono pericolose e nessuno corre rischi immediati, al contrario di altri “problemucci” di sicurezza evidenziati negli anni passati da altre blasonate case automobilistiche e produttori di pneumatici (e di airbag), giapponesi e americani in particolare
A quanto pare, la battaglia americana al diesel moderno, che è (e resta) un motore campione di efficienza e basse emissioni complessive, è appena iniziata.